Retromarcia della Giunta regionale sul bando di Alfa per il concorso a tempo indeterminato per i centri per l’impiego. Un pasticciaccio brutto a cui, fortunatamente, oggi si è riusciti a porre rimedio dopo il confronto in Commissione capigruppo tra lavoratori, sindacati, consiglieri regionali e Giunta.
Ma se, da una parte, siamo soddisfatti di quest’epilogo, dall’altra la decisione della Giunta pone degli interrogativi inquietanti su chi abbia realmente concepito quel bando sbagliato. Ma andiamo con ordine. Il contratto dei servizi in appalto dei centri per l’impiego, che riguarda circa 150 persone, è scaduto a fine novembre. In particolare 105 di loro sono in attesa di trovare una ricollocazione che veda riconosciuta la loro professionalità.
Da tempo la Regione deve bandire un concorso per costituire una graduatoria ai fini dell’assunzione del personale dei centri per l’impiego. Un bando a tempo indeterminato che, dopo mesi di discussioni e tavoli tecnici tra sindacati, uffici regionali, Alfa e Giunta, avrebbe dovuto contenere alcuni criteri che tenessero conto dell’esperienza e delle competenze maturate in ambito lavorativo da chi, da tempo (anche 10 o 15 anni) lavora nei centri per l’impiego in regime di appalto. Personale che si è anche sottoposto ad accreditamento, tanto che il proprio profilo è stato certificato da Alfa. Tutti questi elementi, secondo gli accordi raggiunti fra sindacati e Giunta, confermati anche dal Consiglio regionale, avrebbero dovuto costituire un punteggio premiale ai fini del concorso.
Ma nel bando pubblicato dal direttore di Alfa non vi è traccia dei requisiti dell’esperienza, della competenza e della certificazione. E i lavoratori in appalto hanno dichiarato giustamente lo stato di agitazione. Di fronte a tali proteste gli assessori Cavo e Berrino hanno comunicato oggi che intendono revocare il bando, visto che non rispetta i criteri che erano stati condivisi. Quindi il problema più importante è stato risolto. Ma adesso resta la questione della paternità di quel concorso. Si è trattato di un problema politico – e cioè che la mano destra (Berrino, assessore alle Politiche del lavoro) non sapeva cosa stesse facendo la mano sinistra (Cavo, assessore con delega ai centri per l’impiego) – oppure è stato il direttore di Alfa, che, in autonomia, ha promosso un bando senza l’avvallo della Giunta? In quest’ultimo caso, essendo stato sconfessato da Cavo e Berrino, credo che il direttore di Alfa debba trarre le dovute conclusioni. Mi auguro che il nuovo bando, oltre a rispettare i criteri condivisi, veda la luce in tempi rapidi perché il contratto delle cooperative è scaduto a novembre e il tempo purtroppo scorre, speriamo non invano.