Il disegno di privatizzazione della Sanità ligure era, sin dal principio, la vera finalità di Toti e della sua maggioranza e adesso lo possiamo dimostrare.Il modello sanitario della nostra regione è molto particolare: ha una spesa alta, per la forte presenza di anziani, ma una ripartizione del fondo nazionale debole. Quindi per garantire che il sistema pubblico funzioni e sia efficiente servono un controllo costante del debito e una razionalizzazione dei costi. Non si può mai mollare la presa. Fin dal suo insediamento, però, abbiamo capito che la Giunta Toti non avrebbe avuto alcun controllo sulla spesa e lo dimostrano il debito sanitario tornato a crescere e alcune operazioni (come quella sui farmaci salvavita) tutte concentrate a distruggere l’efficientamento faticosamente costruito negli anni precedenti. E parlando di debito, proprio oggi, la Giunta Toti annuncia di aver portato il disavanzo a 75 milioni di euro, mentre le nostre proiezioni dicevano che avrebbe superato di 100 milioni. Posto che vorremmo avere tutti i dati precisi su questi numeri, vogliamo anche ricordare che il centrosinistra, nel 2014, fece scendere il debito sanitario a 67 milioni di euro. Quindi la situazione è decisamente peggiorata, nonostante l’aumento dei fondi nazionali e le maggiori entrate dovute alle tasse. La Giunta Toti, poi, in questo anno e mezzo di governo, non ha mai voluto prendersi la responsabilità di razionalizzare il sistema ospedaliero e ora sappiamo anche il perché. Indebolendo il sistema sanitario pubblico ligure in modo scientifico, il centrodestra ha aperto vere e proprie praterie all’arrivo dei privati, che con tutta probabilità saranno di origine lombarda. La Regione Lombardia, infatti, deve fare i conti con una sovracapacità di offerta sanitaria privata grazie all’eredità lasciata da Formigoni e così, svendendo alcuni ospedali liguri, la Giunta Toti è pronta ad aprirle le porte. Sia chiaro, il Partito Democratico non è contrario all’arrivo del privato tout court, perché in alcuni casi in cui il pubblico è in sofferenza (a causa delle fughe o delle liste d’attesa), cedere alcune specialità al privato convenzionato (in modo che per i cittadini non cambi niente, visto che a pagare è la Regione) può rivelarsi utile, in alcuni casi. Ma questo presuppone che la Regione non abdichi al proprio ruolo di programmazione ed eserciti una forte funzione di controllo e di calmieramento dei prezzi. I privati che arriveranno a Cairo Montenotte, Albenga o Bordighera, cosa faranno? Terranno degli ospedali con tutte le specialità, visto che si parla di pronto soccorso aperto 24 ore su 24?  La Giunta sull’argomento, per ora, non ha detto ancora nulla, come non ha mai parlato di costi del personale. E se dopo un certo periodo i privati si renderanno conto che quelle strutture non sono più un affare, chi garantisce che il presidio sanitario resti comunque attivo e non venga definitivamente chiuso?