Di seguito trovate il testo le schede tecniche del “Patto per Genova” sottoscritto oggi dal Presidente del Consiglio e il Sindaco.

Troverete opere molto importanti, attese da tempo, che attraverso questo impegno saranno programmabili e realizzabili grazie alle risorse del Fondo di coesione, risorse del Comune, del Fondo per lo sviluppo economi europeo (Fesr), dello Stato.

All’articolo 6 trovate impegni fondamentali non economici ma di metodo, perchè molte volte fondi individuati e assegnati non vengono spesi…. Erzelli docet….

Mi aspetto i distinguo, le idee alternative, quelli del tanto peggio tanto meglio diranno che sono tutte parole.

Gli impegni molto precisi e impegneranno tutte le amministrazione, in modo bi partizan vista la presenza della regione. e il tempo ci dirà chi e come è in grado di mantenerli.

Inutile dire che unisco la soddisfazione per il lavoro svolto sul piano Istituzionale a quanto accaduto al Ducale.

Mai vista tanta gente e tanto entusiasmo.

Condivido molto la posizione di Renzi ben sintetizzata da lui stesso: Si vota SI o si vota MAI

Ognuno ha le sue formule, le sue idee, i suoi schemi e le sue preferenze su cosa/come cambiare la Costituzione.

Ma il referendum è una scelta chiara: dire SI a quanto, da 40 anni a oggi, si è maturato nel paese: l’idea di modificare il Senato, di ridurre i parlamentari (ne abbiamo più che gli USA) contenere i costi della politica, chiudere un organo inutile come il CNEL e correggere – dopo 15 anni – l’ evidente ed eccessiva regionalizzazione riducendo i poteri delle regioni superando il principio della legislazione concorrente (stato e regioni fanno leggi sulla stessa materia)

Se vincesse il no non faremo nessuna modifica – ancora una volta … mai ? – nemmeno quelle che ognuno di voi avrebbe voluto.

Con il NO infatti non si affermano le proposte che ognuno di noi vorrebbe avanzare, sulle cose e sul come modificare la costituzione. con il NO vince lo status quo, ci teniamo 315 senatori che fanno quello che fanno i deputati e 315 immunità (contro 100), la confusione legislativa di venti regioni “piccole repubblichine”, il costo del CNEL (20 milioni l’anno) ….