Ancora nessuna risposta concreta da parte dell’assessore Viale sui servizi socio-sanitari dedicati alle persone affette d’autismo. Oggi in Consiglio regionale ho presentato un’interrogazione alla vicepresidente per capire se gli obiettivi da lei previsti due anni fa fossero stati raggiunti: e cioè coordinare percorsi diagnostici, terapeutici assistenziali per la presa a carico dei bambini, ragazzi e adulti affetti da autismo; formazione e accompagnamento rivolti alle famiglie, agli operatori della sanità, del sociale e della scuola; sostegno alla famiglia nel periodo tra la diagnosi e il percorso riabilitativo per i bambini sotto i tre anni; favorire processi per l’autonomia dei pazienti anche attraverso percorsi formativi e lavorativi.

Inoltre, facendomi interprete delle tante associazioni e famiglie che si occupano di autismo, ho chiesto a Viale se fosse disposta a dare il via libera a una lista d’attesa unitaria per Asl e a creare poli specialistici di tipo multidisciplinare per la presa in carico delle persone affette da autismo. L’assessore Viale si è limitata soltanto a fare l’elenco di ciò che dovrebbero fare le Asl e a raccontarci come dovrebbe coordinarle Alisa. Per il resto non ha detto nulla di concreto. Eppure le famiglie delle persone autistiche hanno bisogno di numeri e certezze.

Sa  Viale dove, quali e quanti operatori servono oltre ai pochi e attuali straordinariamente oberati di lavoro (psicologi, assistenti sociali, educatori, terapisti della riabilitazione e logopedisti)? E ancora: è a conoscenza l’assessore di quanti corsi di formazione ha organizzato per care giver e quante borse lavoro ha attivato per inserimenti lavorativi mirati? Questo avrebbe dovuto dirci la vicepresidente oggi in aula. La sanità non è narrazione, ma interventi concreti sulle persone.