Ha dell’incredibile l’esultanza della Giunta Toti rispetto ai dati Istat sull’occupazione ligure. La nostra regione resta il fanalino di coda del Nord Ovest: l’occupazione, nel secondo trimestre del 2019, presenta, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, una contrazione dello 0,8%, ma visto che nel trimestre precedente la diminuzione era dello 0,9 Toti e l’assessore Berrino festeggiano come se fossero di fronte a una nuovo miracolo economico. La Liguria, invece, al di là della loro narrazione, continua a dover fare i conti con una crisi durissima. Il lavoro dipendente diminuisce e aumentano le partite Iva, ma dentro questi numeri si annida anche molto lavoro dipendente precario. Proprio i contratti a termine sono purtroppo in forte aumento e in Liguria, per il 2018, rappresentano il 15% del totale, pari a 90 mila persone. Sempre l’anno scorso il 47% dei nuovi contratti firmati è stato a tempo determinato, mentre il primo trimestre del 2019 ha visto un crollo totale delle assunzioni (11,2% in meno se confrontate allo stesso periodo del 2018).
I dati Istat segnalano inoltre un deciso aumento delle ore di cassa integrazione, addirittura dell’84% rispetto ai primi sette mesi dell’anno scorso. Insomma la Liguria di Toti è in piena stagnazione e rischia la recessione. I grandi gruppi se ne vanno, i negozi chiudono, i giovani vanno a lavorare fuori e anche i malati preferiscono farsi curare altrove, viste le lunghe liste d’attesa che ci sono nei nostri ospedali.
Un fallimento su tutta la linea. L’unica cosa su cui siamo d’accordo con Toti è il nome del suo nuovo movimento: Cambiamo. Anche noi lo diciamo con forza: cambiamo maggioranza e presidente alle prossime elezioni regionali.