Il centrodestra affonda il Dac (Depuratore dell’area centrale genovese), stravolgendo una mozione presentata da Rete a Sinistra e sostenuta dal Pd che chiedeva l’esatto contrario. E cioè di inserire nel Piano di tutela delle acque il più grande impianto ligure di depurazione, che servirà una grande fetta di territorio genovese che va da Sestri Ponente a Puntavagno e porterà, tra le altre cose, alla dismissione dell’attuale fangodotto della Volpara e dell’obsoleto depuratore di Cornigliano. Un’opera fondamentale e attesa da tempo, per la quale sono già stati spesi e investiti alcuni milioni di euro (5 milioni spesi per opere collegate e per l’acquisto dell’area, a cui si sommeranno ulteriori 6 milioni già impegnati nel piano dell’Ato genovese per gli anni 2016-2019) e che per questioni politiche – la contrarietà dell’attuale maggioranza alla realizzazione del depuratore del Tigullio orientale – è sparita dal Piano di tutela della acque. Anzi, con la votazione di questa mattina in Consiglio, che ci ha visto fortemente contrari, il centrodestra ha ulteriormente aggravato la situazione, confermando tutti i dubbi e le perplessità che hanno indotto la Città Metropolitana a presentare ricorso presso il Tar. Anche il Movimento Cinque Stelle ha contribuito a insabbiare il Dac presentando una mozione, poi ritirata, che prevedeva la chiusura l’impianto di essiccazione della Volpara, ma senza sostenere il nuovo Depuratore genovese, senza il quale è impossibile superare il fangodotto. Il risultato di queste decisioni è la forte messa in discussione di questo impianto di depurazione fondamentale e atteso da anni dalla cittadinanza e l’esplosione non solo di un caso ambientale ma anche di un caso giuridico, visto si apre un contenzioso fra Regione e Città Metropolitana.
 Gruppo Pd in Regione Liguria 
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