Il disegno iniziale del centro Sinistra era quello di ricondurre le politiche del lavoro, della formazione e del diritto allo studio ad un’unica agenzia regionale attraverso l’unificazione ARSU (Agenzia Regionale per il lavoro la formazione e accreditamento) con Agenzia Regionale per il Lavoro in ARSEL (Agenzia regionale di studio e lavoro) , in cui la trasversalità e la sinergia di questi tre sistemi avrebbe potuto portare ad una nuova strategia a matrice: le filiere formative gestite dalle ex province con le filiere delle politiche attive del lavoro.
Cosa è successo? Subito abbiamo assistito alla trasformazione di ARSEL in ALFA (Agenzia Lavoro Formazione Accreditamento), con la nascita di una agenzia bicefala: una direzione per la Formazione e una per il Diritto allo Studio.
Dopo due anni la Regione cambia idea e divide le due agenzie, oltre ad Alfa viene creato Aliseo. Un ente per la formazione, uno per il diritto allo studio.
Oggi in Consiglio Regionale scopriamo che i Centri per l’ Impiego e le politiche attive del lavoro saranno trasferite dalle ex Province direttamente alle strutture della Giunta Regionale che inaugura nel 2019 la fase della gestione diretta dei servizi ai cittadini da parte della Regione.
A che giova tutta questa parcellizzazione, moltiplicazione dei quadri dirigenti e moltiplicazione di costi, sovrapposizioni e complicazioni gestionali?
In realtà dopo le polemiche tra la direzione di Alfa e la Giunta, che in poco tempo ha annullato un bando di concorso di Alfa e ha bloccato l’assunzione di un ennesimo dirigente a tempo determinato, si riconduce il tutto alla mera difficoltà di avere sotto controllo la gestione organizzativa, procedurale e politica di Alfa.
Mai avevamo assistito a tanto lavoro da parte di una Giunta per evitare che un direttore potesse perpetrare le proprie politiche. Ma soprattutto si delinea una visione novecentesca sul fronte delle politiche del lavoro, della formazione professionale e dei centri per l’impiego