“Fare chiarezza sull’impianto di trattamento dei rifiuti a Isola del Cantone e dare una risposta alle preoccupazioni dei cittadini”. E’ questa la filosofia della mozione presentata dal consigliere regionale del Pd Pippo Rossetti e sottoscritta dall’intero gruppo del Partito Democratico, sull’ormai noto progetto per la realizzazione di un impianto per la produzione di energia elettrica da biogas, derivante dal trattamento anaerobico della frazione organica dei Rsu e rifiuti speciali non pericolosi, in località Camposaragna a Isola del Cantone. Tale progetto, presentato da Energia s.r.l, spiega Rossetti, “preoccupa molto i Comuni della Valle Scrivia, la Regione Piemonte e tutti gli amministratori della Città metropolitana di Genova. A oggi i Comuni che hanno prodotto degli atti ufficiali contro l’impianto sono Isola del Cantone (delibera di consiglio n. 29 del 24/08/2015), Ronco Scrivia (delibera di consiglio n. 4 del 1/03/16), Arquata Scrivia (delibera di Giunta n. 60 del 1/09/2015), Borghetto Borbera (delibera di Giunta n. 82 del 4/11/15), Vignole Borbera (delibera consiglio n. 40 del 17/11/15), Stazzano (delibera di consiglio n. 26 del 18/11/15) e Novi Ligure (delibera di giunta precedente al 23/05/2016)”. La Città Metropolitana di Genova, inoltre, sottolinea ancora l’esponente del Pd “nel ‘Piano metropolitano in materia di ciclo dei rifiuti’ approvato a nel maggio scorso non ha previsto alcun impianto a Isola del Cantone, e quindi non sussiste una necessità pubblica di questa struttura. Credo che oltre ad essere preoccupati – prosegue Rossetti – dobbiamo chiedere alla Giunta regionale una serie di impegni precisi. Innanzitutto occorre verificare tutte le procedure e gli atti a oggi disponibili in merito al percorso autorizzativo dell’impianto del biodigestore proposto da Eenergia s.r.l. a Isola del Cantone; poi è necessario riferire in Commissione regionale lo stato delle valutazioni sull’autorizzazione entro 30 giorni e infine vorremmo che, sempre la Giunta regionale, esprimesse le proprie valutazioni, tenendo in massima considerazione tutti gli aspetti legati al rapporto rischi/benefici secondo il principio di precauzione, a fronte del possibile inquinamento ambientale, date le ricadute che l’opera potrebbe avere sulla qualità dell’area e delle acque del torrente Scrivia”. Secondo Rossetti “bisogna fare chiarezza al più presto, rispondere alle preoccupazioni degli abitanti della zona e valutare se sono state utilizzate le migliori tecnologie a disposizione”.