C’è ancora molta confusione sul futuro dell’ex ospedale psichiatrico di Quarto. Dopo la richita di chiarimenti fatta questa mattina in Consiglio regionale, l’assessore Viale ha – fortunatamente – confermato che il contenuto dell’accordo di programma verrà rispettato (anche se nella delibera di Giunta non se ne fa cenno), ma non ha risposto a due domande fondamentali sul futuro della struttura.
La prima riguarda la conflittualità fra la gara che Arte è pronta a bandire per il compendio di sua competenza sulla base dei contenuti del Puo consegnato al Comune nelle scorse settimane e il mandato attribuito dalla Giunta regionale ad Alisa per effettuare un’indagine esplorativa di mercato per la realizzazione di una grande struttura da 120 posti letto, prevalentemente nell’area della salute mentale e delle dipendenze, da affidare a un privato nell’ambito “degli edifici compresi nell’ex ospedale di Quarto”. Secondo l’assessore Viale questo mandato non configgerebbe con il bando di Arte, ma visto che l’indagine di Alisa si concluderà entro il 15 giugno prossimo è chiaro che l’Azienda territoriale per l’edilizia pubblica dovrà attendere quantomeno quella data prima di lanciare la propria gara, che invece sarebbe già pronta. Quindi, nonostante le rassicurazioni dell’assessore ligure, la conflittualità c’è eccome e non si capisce per quale ragione sovrapporre l’indagine di Alisa al bando pubblico di Arte, che peraltro ha la titolarità delle aree.
La seconda domanda senza risposta, invece, riguarda l’oggetto dell’indagine affidata ad Alisa, che, come detto, ha come tema la realizzazione di una grande struttura da 120 posti letto, nell’area della salute mentale e delle dipendenze. Che senso ha e come si relaziona una struttura del genere con i presidi sanitari presenti nell’area di Quarto affidata all’Asl che affrontano i medesimi temi (Centro Basaglia, la struttura semiresidenziale per psichici e il Sert)? Non si rischia di creare un conflitto fra pubblico e privato sullo stesso argomento? E inoltre: siamo sicuri che l’oggetto dell’indagine di Alisa sia in linea con le direttive del ministero della Sanità in materia di salute mentale, che prevedono strutture di piccole dimensioni integrate col territorio, per assicurare ai pazienti psichiatrici un’assistenza più umana e personalizzata? Tutte domande a cui l’assessore Viale non ha risposto e che pongono interrogativi tuttora irrisolti sul futuro dell’area di Quarto.